Viaggio di Nozze: la nostra esperienza in crociera

Ago 19, 2012Non solo camper

Viaggio di nozze: la nostra esperienza in crociera

MIAMI E CROCIERA DEI CARAIBI

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La mattina del 10 Agosto, dall’aeroporto La Guardia di NY, abbiamo preso un volo American Airlines diretto a MIAMI. Ad aspettarci fuori dall’aeroporto c’era il nostro transfer che ci ha portato all’HOTEL THE SURFCOMBER. In questa città ci siamo stati meno di 24 ore, prima dell’imbarco sulla crociera. Onestamente non abbiamo visto molto, abbiamo passeggiato per le vie vicine al nostro albergo. Ci ha lasciato però l’impressione di una megalopoli come New York, ma se quest’ultima la definirei una città raffinata, Miami l’ho vista un po’ più “tamarra”. Come stagione, per Miami eravamo in un periodo borderline, infatti, il pomeriggio in 10 minuti ci siamo ritrovati dal sole splendente ad una tempesta tropicale.

Il giorno dopo, il transfer ci ha accompagnato all’imbarco della nostra nave da crociera della Royal Caribbean: la OASIS OF THE SEA, che all’epoca, insieme alla sua gemella Allure, era la più grande nave da crociera al mondo. Una vera e propria città galleggiante. Un’infinità di attrazioni e spettacoli, solo per citarne alcuni: la zip line sospesa sul ponte principale, il simulatore di surf, la piscina dei tuffi acrobatici e una vera e propria pista di ghiaccio per gli spettacoli serali! Moltissimi ristoranti e locali, un grandissimo casinò, sale giochi e molto altro. Piscine e scivoli con moltissimi lettini a disposizione, senza mai dover far fatica per trovare posto. Era la mia prima crociera (e unica finora) ma un’esperienza davvero fantastica.

Il primo giorno è stato dedicato alla navigazione, alla presentazione delle procedure di sicurezza e alla prenotazione delle escursioni presso i banchi del salone principale. La sera siamo stati invitati al piano bar per la serata dedicata ai viaggi di nozze e qui abbiamo conosciuto altre tre coppie italiane con cui abbiamo trascorso le escursioni e le cene al ristorante.

Il secondo giorno siamo arrivati a NASSAU, la capitale delle Bahamas. Da qui, con una piccola imbarcazione ci siamo spostati su un’altra piccola isola, BLUE LAGOON. Se penso all’immagine che avevo dei Caraibi, si è concretizzata vedendo questa isola. Sabbia finissima, amache all’ombra delle palme, chiringuito con bevande rinfrescanti, e un mare azzurro e cristallino. In una parte dell’isoletta c’è la possibilità di fare il bagno con i delfini!

Terzo giorno navigazione. Il quarto giorno siamo arrivati all’ISOLA DI ST. THOMAS, una delle Isole Vergini americane. L’isola, essendo duty free, permette di fare shopping a prezzi vantaggiosi (attenzione alla franchigia): sulle vie principali quindi si possono trovare moltissimi negozi di diamanti, tabacco, liquori e molti altri prodotti di marca. Il tutto in contraddizione con la povertà della popolazione. In queste isole, la fonte di guadagno deriva soprattutto dai turisti che sbarcano dalle navi da crociera. Non a caso i locali conoscono perfettamente gli orari di ogni attracco e si offrono in tutti i modi di accompagnarli per le vie dello shopping. Una volta fatto un giro di questa isola, con una piccola imbarcazione ci siamo spostati all’isola di ST. JOHN, area protetta che fa parte del parco nazionale delle Isole Vergini. Un piccolo pullmino ci ha accompagnato poi alla spiaggia TRUNK BAY, un vero e proprio paradiso! Penso sia la spiaggia più bella che io abbia mai visto. Sabbia bianca finissima come farina, mare azzurro e cristallino, acqua tiepida, natura incontaminata. Essendo un’area protetta, prima di accedere alla spiaggia ci sono state fornite le istruzioni, ossia di non portare via nulla come souvenir e di non disturbare in alcun modo la fauna. Noi ci eravamo portati la nostra attrezzatura da snorkeling, comunque si può noleggiare anche in loco. Ci siamo buttati subito in mare, visto che il tempo che avevamo a disposizione non era moltissimo, alla scoperta dei fondali marini. Abbiamo nuotato circondati da pesci coloratissimi, tra cui i pesci pagliaccio, e abbiamo assistito, a pochi metri da noi, alla pesca dei pellicani che si fiondavano in mare alla ricerca di pesci. Un sogno!

Il giorno successivo, insieme alle altre coppie conosciute, abbiamo deciso di non fare escursioni programmate ma di esplorare la meta in taxi. La destinazione era l’isola di ST. MAARTEN, nelle Piccole Antille, il cui territorio per metà è olandese e metà francese. Una volta sbarcati abbiamo cercato un pullmino che potesse trasportare tre coppie e ci siamo affidati all’autista per la scoperta dell’isola. Come siamo usciti dal porto, una gomma si è bucata. Fortunatamente sul veicolo c’era una ruota di scorta ma l’autista sembrava non avere la minima idea di come cambiarla. Abbiamo preso in mano la situazione e in poco tempo eravamo pronti per ripartire. L’autista ci ha accompagnato nel luogo turistico più famoso dell’isola, MAHO BEACH, particolare per la presenza di uno degli aeroporti considerati fra i più pericolosi al mondo, con una pista di atterraggio a ridosso della spiaggia. Gli aerei, anche di grandi dimensioni, passano praticamente a pochissimi metri sopra le teste dei bagnati, sembra quasi di poterli toccare, creando degli spostamenti di aria notevoli. Abbiamo quindi fatto un po’ di turismo “commerciale” godendoci lo spettacolo degli atterraggi in un localino sulla spiaggia. Dopo un’oretta, il nostro autista ci ha portato in un’altra spiaggia, di cui purtroppo non mi ero segnata il nome, per farci l’ultimo bagno ai Caraibi. I due giorni seguenti, infatti, li abbiamo passati navigando verso Miami.

La mattina dell’ultimo giorno, vero le 7 siamo sbarcati. Dopo un rigoroso controllo alla dogana (non bisogna in nessun modo importare negli Stati Uniti piante, frutti o animali), un transfer ci ha portato all’aeroporto di Miami. In programma c’erano già molte ore di attesa per il nostro volo Alitalia, per Roma Fiumicino, e in più una tempesta tropicale ha fatto si che il volo fosse in ritardo. Siamo partiti con condizioni meteo non proprio tranquille e durante tutte le nove ore di viaggio ci sono stati fortissimi vuoti d’aria. Una volta atterrati, dovevamo percorrere il grandissimo aeroporto di Fiumicino per prendere la coincidenza per Malpensa. Nonostante una corsa folle, siamo arrivati che il check-in era già chiuso. Abbiamo così dovuto aspettare altre innumerevoli ore per avere un posto su un altro volo. Dopo più di trenta ore dallo sbarco della crociera, finalmente eravamo a casa, dopo un viaggio che rimarrà indelebile nella nostra memoria.

Attenzione:

Come scritto per la prima parte del viaggio, l’aria condizionata dell’hotel di Maimi e della nave da crociera era molto fredda. Fortunatamente all’aeroporto di Miami, prima dell’imbarco avevamo tolto dalla valigia delle felpe invernali (comprate a NY) e nonostante quelle, il freddo si è fatto sentire. – Sulla nave da crociera, nonostante per gli italiani siano già incluse, le mance sono sempre ben accette dal personale di bordo, che è stato veramente gentile e disponibile. – L’esperienza della crociera è stata fantastica, però, se devo trovare un neo, scendendo solo per poche ore nelle varie destinazioni non si ha modo di viverle a pieno.

Bambini:

La Oasis of the Sea ha una miriade di attrazioni, anche per bambini.

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