Stai pensando di organizzare un viaggio in Ungheria in camper? Stai cercando un diario di viaggio per l’Ungheria in camper?
Sei nel posto giusto! Nell’articolo di seguito, ti racconterò il nostro itinerario in Ungheria in camper di una settimana, ti darò dei consigli e ti dirò cosa evitare, per organizzare al meglio la tua vacanza in terra ungherese!
Quindi, cosa vedere in Ungheria in camper? Te lo racconto nei paragrafi successivi!
- Premessa
- Due giorni a Budapest
- Consigli per visitare Budapest e l’Ungheria
- Giorno 1 2 3
- Giorno 4
- Giorno 5
- Giorno 6
- Giorno 7
- Giorno 8
- Ungheria con i bambini
- Altri spunti di viaggio
- Dove alloggiare se non hai il camper
LOCALITA’ VISITATE: GODOLLO, HOLLOKO, COLLINE DI SALE DI EGER, VALLE DELLE BELLE DONNE, EGER, VISEGRAD, ABBAZIA DI PANNONHALMA, PALAZZO ESTERHAZY
Ungheria in camper: Premessa
Questa settimana in camper in Ungheria faceva parte di un itinerario estivo più lungo, che è partito con la prima tappa a Trieste (clicca qui per leggere l’articolo), per fermarci poi 5 giorni in Croazia a Krk, per arrivare alla visita in terra ungherese.
Se vuoi leggere l’itinerario completo del nostro viaggio estivo in camper tra Croazia, Ungheria e Austria clicca qui.
Quanto tempo ci vuole per visitare l’Ungheria? Dipende, sicuramente più di una settimana. Abbiamo fatto delle scelte tra cosa vedere e, cosa, a malincuore rinunciare.
È stato un itinerario che si è costruito strada facendo, senza troppo organizzarlo. Se avrai letto o leggerai l’articolo su Budapest, scoprirai che poche settimane prima della partenza ho avuto la polmonite e questo mi ha rallentata sulla preparazione.
Avremmo avuto a disposizione qualche giorno in più rispetto a questa settimana se avessimo voluto, ma sarò sincera: fa molto caldo.
Vai a vedere il video “Consigli e impressioni di viaggio” che trovi a inizio articolo dove ti racconto quanto il caldo intenso abbia inciso sulla nostra vacanza.
Per completare tutte le informazioni sulla nostra vacanza, ti consiglio di leggere il mio articolo “Consigli per visitare Budapest” dove potrai trovare anche tutte le mie dritte per visitare l’Ungheria.
In Ungheria c’è il fiorino ungherese ma per praticità della scrittura dell’articolo ti avviso che tutti i prezzi che troverai saranno già convertiti in Euro, quindi potrebbero variare per via del cambio attuale.
Un paio di giorni prima di sconfinare, avevamo acquistato online la vignetta per l’autostrda ungherese: 9 giorni per Euro 19,80. Controlla il sito ufficiale per le tariffe aggiornate.
Ti consiglio anche la lettura della guida su Budapest e Ungheria della Lonely Planet che puoi acquistare su Amazon.

Ciao a tutti! Sono Silvia, e con Il mio Primo Camper voglio condividere la mia passione per i viaggi su strada. Sul mio blog troverai itinerari dettagliati e consigli utili per vivere al meglio la vita in camper, perfetti per chi è alle prime armi o per chi cerca nuove avventure. Amo esplorare luoghi nascosti e aiutare altri camperisti a farlo in modo semplice e divertente. Resta connesso e unisciti alla community: mi trovi su Instagram e altri social come ilmioprimo.camper. Ci vediamo on the road!
Ungheria in camper: Budapest – Giorni 1 2 3
Avevamo 6 ore di viaggio tra Krk e Budapest e, non appena passato il confine ungherese, abbiamo deciso di fermarci per il pranzo, per spezzare la tratta e sgranchirci le gambe.
La prima tappa in Ungheria è stata a SORMAS, alla ISTVAN GASTROFARM. Questo ristorante con annessa fattoria si fa notare facilmente sulla strada semideserta che ci ha dato il benvenuto in Ungheria.
Un ristoro quasi obbligato, visto che per i molti chilometri a seguire, di posti del genere, se ne incontrano ben pochi.
Il ristorante ha anche un hotel, sosta per i camionisti e un’area di sosta camper con qualche servizio basico. È un ottimo posto per fermarsi la notte.
Abbiamo avuto il nostro primo approccio alla cucina tipica ungherese e devo dire che abbiamo mangiato ottimi piatti e molto abbondanti.
Dopo pranzo, abbiamo sfruttato la sosta per riposarci ancora un’oretta prima della ripartenza, passeggiando nella bellissima fattoria retrostante al ristorante e nel piccolo orto botanico della struttura.
Una sosta davvero piacevole!
Abbiamo ripreso la marcia e abbiamo preso confidenza con il paesaggio che ci avrebbe accompagnato nei giorni a seguire, fuori da Budapest: chilometri e chilometri di pianure caratterizzate da campi di grano o da enormi balle di fieno, contornati da dolci colline e boschi. Natura a perdita d’occhio!
I due giorni a Budapest sono stati molto intensi e ricchissimi di cose da vedere.
Per questi due giorni ho preparato un articolo dedicato “Due giorni a Budapest in camper”. Ti aspetto a questo link per leggerlo.
Ungheria in camper: Giorno 4
Godollo in camper
Dopo aver camminato l’impossibile in lungo e in largo per Budapest i due giorni precedenti, abbiamo deciso di prenderci questa mattinata in modo più blando.
Con molta calma ci siamo alzati e preparato il camper alla partenza.
La prima destinazione si trova appena fuori Budapest: siamo arrivati al CASTELLO DI GODOLLO verso mezzogiorno.
Non essendoci troppa ressa e avendo visto altri camper, abbiamo parcheggiato nel parcheggio del castello. È un parcheggio a pagamento e, come ti spiego nell’articolo “Consigli per visitare Budapest e l’Ungheria”, meglio tenere con sé delle monetine perché in molti casi i parcheggi non prevedono il pagamento con carta di credito.
Prezzo per i biglietti per due adulti e una bambina più audioguide: Euro 35,92.
Ci tenevo tantissimo a visitare il più grande palazzo barocco d’Ungheria perché è stata la residenza reale di Sissi durante i suoi lunghi soggiorni in questa terra.
Dallo sfarzo che si incontra appena salito lo scalone centrale, si capisce subito di essere entrati in una dimora imperiale.
Da non perdere il salone centrale, dove abbiamo assistito ad un breve concerto di archi, e gli appartamenti di Franz e Sissi.
Imperdibile è anche il giro a piedi dei giardini e immancabile l’appuntamento alla pasticceria (che ha anche qualche prodotto da bar per un pranzo veloce) dove gustare dei dolci magnifici e anche assaggiare il dolce preferito di Sissi!!!
Se hai già letto l’articolo “Consigli per visitare Budapest e l’Ungheria” saprai già che l’arte pasticcera ungherese è tra le più importanti al mondo e i dolci sono davvero eccezionali.
La tappa successiva della giornata si trova ad un’ora esatta da Godollo: verso le 17 siamo arrivati ad HOLLOKO.
Questa è stata l’unica tappa in cui, forzatamente, abbiamo sostato in libera. Nei dintorni di Holloko non si trovano campeggi ma la sosta è consentita, a pagamento (tieni qualche fiorino a portata di mano), nel grande parcheggio vicino al centro visitatori.
È stata l’unica notte in cui abbiamo patito pesantemente il caldo perché non avevamo allaccio della corrente per poter accendere il condizionatore. Dopo questa notte, abbiamo deciso di prenotare tutti i campeggi per le notti successive.
Passeggiando per trovare un ristorante per la cena, abbiamo subito capito che agosto non è il periodo migliore per visitare questo museo etnografico all’aperto.
Holloko è un piccolo centro abitato rimasto quasi intatto come nell’800. Si trovano ancora tantissime case bianche con tetti in legno caratteristiche dell’epoca che ospitano piccoli musei, negozi di artigianato e di prodotti tipici locali.
Ad agosto, anche i “gestori” di queste particolari casette museali sono in vacanza e, purtroppo, molti di questi locali sono chiusi.
Abbiamo trovato un ristorante aperto e, molto presto per i nostri standard, abbiamo cenato, prima che chiudesse.
La notte te l’ho già spiegata prima: molto calda e afosa.
Ungheria in camper: Giorno 5
Holloko in camper
Holloko è immerso in un paesaggio collinare, ricco di boschi e di sentieri. Dal parcheggio si può facilmente raggiungere il CASTELLO DI HOLLOKO, di origine medievale.
L’apertura era prevista per le 10 e noi eravamo lì più di un’ora in anticipo. Abbiamo deciso di non aspettare l’orario di ingresso: il punto forte di questo luogo è il panorama che si ha tutto intorno, e per vedere quello non è necessario salire sulla torre del castello.
Abbiamo percorso un altro tratto di sentiero e poi abbiamo deciso di tornare alla biglietteria.
Per visitare questo “paese-museo” bisogna munirsi di un braccialetto. Noi per tre biglietti (che equivalgono a tre braccialetti) abbiamo pagato 35,66 Euro.
Il sito tendenzialmente apre alle 10 del mattino: dico tendenzialmente perché ogni casetta viaggia un po’ a sé. Ma ribadisco che era agosto e che per questa località significa bassa stagione.
È molto piacevole passeggiare tra le vie di questo paesino, osservando le case bianche con il tetto in legno quasi tutte uguali e con dei graziosi balconcini o davanzali fioriti.
Il primo edificio che si incontra con lo sguardo è la Chiesa di San Martino, che si trova alla biforcazione tra le due strade della località.
Siamo entrati nel piccolo museo delle poste, nel negozio di formaggi (dove ci è stata offerta una degustazione), nel negozio di cesti e di giocattoli di legno, nella piccola casa museo, nel negozio di pelletteria (dove mi sono fatta creare una cintura su misura), nella casa “espositiva” di pizzi e centrini, e siamo passati per il vecchio parco giochi.
Qui tutto parla di una storia antica, di più di cento anni fa, di un piccolo paese di agricoltori e artigiani e dello svolgersi della loro vita. Il tutto entrato a far parte dell’Unesco.
Colline di Sale di Eger: da evitare
Prima di pranzo, siamo partiti alla ricerca di un luogo che mi aveva molto incuriosita dalla brochure che avevo recuperato il giorno prima all’ufficio turistico di Godollo: le COLLINE DI SALE DI EGER.
Descritte dalle guide e da alcuni blogger (che non hanno verificato di persona, presumo) come una rarità naturalista, paragonata a soli due altri posti nel mondo (uno dei quali Yellostone), ti dico subito che mi hanno deluso.
Abbiamo parcheggiato nel grande parcheggio di fronte al Saliris Resort e di fianco a piscine termali pubbliche.
La prima delusione: le piscine termali sono vietate ai bambini. Quindi abbiamo subito scartato questa attività che Sara non poteva fare.
Siamo andati allora alla ricerca delle Colline di Sale: innanzitutto abbiamo scoperto che le colline sono sorte poco più di cinquant’anni fa a causa di una trivellazione. Quindi tutta questa storia del “posto unico al mondo” non sta in piedi (non ho mai visto Yellostone ma non credo di possano fare paragoni).
In secondo luogo, tutta ma proprio tutta questa parete bianca di cristalli è inglobata nella proprietà privata del resort. I “comuni mortali” la possono intravvedere solo dall’alto. Se sei curios*, ti consiglio di guardare il mio video ad inizio articolo.
In poche parole: non vale nemmeno la pena che ti fermi in questo posto.
Tulipan Camping a Eger
Molto delusi, ci siamo diretti al campeggio per la notte: il TULIPAN CAMPING a Eger.
Piccola parentesi informativa: da Holloko a Eger c’è circa un’ora e mezza di percorrenza.
Il Tulipan Camping è un piccolo camping a 10/15 minuti a piedi dal centro di Eger e a meno di 10 minuti a piedi dalla Valle delle Belle Donne (poi ti racconto cosa è).
Le piazzole sono su prato o ghiaia, quasi tutte ombreggiate. Ci sono tutti i servizi anche se un po’ “spartani”. Prezzo per una notte: Euro 28,44.
Eger e la Valle delle Belle Donne
L’Ungheria, oltre ad essere un paese molto importante nell’ambito della pasticceria, è un paese importante anche nell’ambito della produzione di vino.
Non ho idea del perché venga chiamata in questo modo, ma la Valle delle Belle Donne è un luogo dove poter assaporare le diverse varietà di vino ungherese.
Non immaginarti una vera e propria valle ma più una lieve collina che ospita qualche cantina e molte, moltissime enoteche.
Oltre ai tavoli esterni, ci si può sedere all’interno dei locali che sono stati scavati proprio all’interno della roccia della collina.
Alcuni, anche se non molti, di questi locali hanno anche la cantina annessa.
Le enoteche e le cantine sono dislocate a ferro di cavallo lugno il lieve pendio, in centro si può trovare un parco con un piccolo boschetto e tanti piccoli bar-ristoranti dove sedersi ad assaggiare la cucina tipica ungherese.
Ungheria in camper: Giorno 6
Eger in camper
La mattina seguente ci siamo dedicati alla visita di EGER.
La prima tappa è stata alla enorme CATTEDRALE DI SAN GIOVANNI APOSTOLO ED EVANGELISTA, alla quale si accede gratuitamente.
Di fronte, si trova l’attrazione principale della città, il fiore all’occhiello che bisogna assolutamente visitare.
Nel palazzo del LICEO, sede dell’università, è contenuta la BIBLIOTECA DIOCESANA importante sia per l’immensa collezione di libri antichi sia per l’affresco sulla cupola della sala che raffigura il Concilio di Trento.
L’affresco è molto particolare perché riesce a creare un gioco di prospettiva tale che il soffitto sembri altissimo, quando in realtà l’altezza della cupola è di solo un metro. Non a caso, questo luogo viene chiamato la Cappella Sistina di Eger.
Per l’ingresso abbiamo pagato Euro 7,82 in tre. Non ci sono audioguide, ma all’ingresso viene consegnato un foglio plastificato in lingua (anche italiana) di spiegazione.
Nello stesso edificio ma con ingresso, biglietto e orario separato rispetto alla biblioteca, si trova anche il MUSEO DI ASTRONOMIA. Euro 14,09 in tre.
Il museo è piccolo ma propone qualche esperimento scientifico ai bambini. Vale la pena entrarci per la terrazza panoramica su Eger posta al nono piano e per la CAMERA OSCURA, situata all’ultimo piano.
Nella Camera Oscura si entra ogni mezz’ora accompagnati da una guida del museo. Tutte le finestre della cupola vengono chiuse e si comincia a fare un tour guidato dall’alto della città grazie al gioco di lenti e specchi.
Un ottimo modo per conoscere (in inglese) qualche curiosità e luogo importante della città. Questa attività piacerà sicuramente molto ai bambini.
Di fianco al Liceo, si trova il PALAZZO ARCIVESCOVILE, elegantissimo come tutto il resto della città, e da questa via si può percorre tutto il centro fino ad arrivare alla piazza e al Castello di Eger, nel quale non siamo entrati.
Cosa altro vedere a Eger?
Due amici molto fan della band hanno raccolto una collezione di cimeli dei Beatles, raggruppandoli in quello che è diventato il MUSEO DEI BEATLES.
È presente lo storico BAGNO TURCO della città con una piscina sormontata da una grande cupola dorata.
Per ultimo la EGER EYE, la ruota panoramica sulla quale noi non siamo saliti perché un tour della città dall’alto l’avevamo già fatto nella Camera Oscura.
Kek Duna Autos Camping a Visegrad
Nonostante avessimo sforato l’orario di permanenza, il giovane gestore del Tulipan Camping non ci ha fatto pagare il late check-out.
Verso le 14 siamo partiti per la tappa successiva, alla quale siamo arrivati in due ore.
Avevamo prenotato il KEK DUNA AUTOS CAMPING di Visegrad che fa capo all’Hotel Honti, presso il quale abbiamo fatto il check-in.
Per una notte abbiamo pagato 33,50 Euro.
Tra tutti i campeggi ungheresi, compreso quello di Budapest, devo dire che questo è stato il migliore. Ampie piazzole su erba verdissima fanno sembrare di essere in un parco più che in campeggio.
Bagni belli e puliti. Qualche servizio come una piccola cucina all’aperto e un bar all’ingresso.
L’albergo dispone anche di una piscina: ci eravamo illusi di poterla usare, pagando la differenza, ma invece no. La piscina è dedicata esclusivamente agli ospiti dell’hotel.
Il pomeriggio, grazie anche alla frescura regalata da quell’erba soffice, abbiamo deciso di riposarci in piazzola, giocando a carte.
Visegrad e il camping si affacciano sulle sponde del Danubio, che qui è talmente grande da sembrare un lago. Infatti, si possono trovare tantissime attività tipicamente lacustri che fanno di Visegrad una località turistica amata dal popolo ungherese.
La località non ha molto da offrire, soprattutto la sera ci è sembrata un po’ desolata. Ma a noi più che la cittadina interessava soprattutto la meta del giorno successivo.
Ungheria in camper: Giorno 7
Visegrad in camper
Per raggiungere la destinazione abbiamo avuto bisogno di prendere un mezzo che non fosse il nostro camper.
Una possibilità è quella di prendere il City Sightseeing Visegrad: alla reception dell’hotel avevo preso la brochure con gli orari. È un’opzione ma ci avrebbe portato via l’intera giornata, visto che il primo pullman era fissato per le 10.
Sempre in reception abbiamo chiesto se ci fosse un taxi o un NCC da poter contattare. E così è stato.
La mattina alle 8,30 il nostro autista è arrivato per accompagnarci a destinazione, spendendo 10 Euro (pagati proprio in Euro). Non lascio il numero perché potrebbe non essere attuale, basta comunque chiedere all’accoglienza del campeggio.
Se la giornata non è troppo calda e afosa, come invece è capitata a noi, si può raggiungere questo luogo anche a piedi, prendendo un sentiero nel bosco che in meno di un’oretta in salita, arriva in cima alla collina.
In pochi minuti di auto siamo arrivati alla CITTADELLA, un villaggio medievale fortificato di origine romana, che si affaccia sulle ANSE DEL DANUBIO.
La fortificazione ha delle esposizioni museali, niente di che, ma il pezzo forte della visita è la salita all’ultimo piano da cui si può godere di un paesaggio a 360 gradi e soprattutto ha un affaccio privilegiato sul Danubio e sul suo corso che si snoda sinuoso.
Per l’ingresso abbiamo pagato 16,28 Euro in tre. Segnalo che sulla collina ci sono altre attività che potrebbero interessare, ad esempio un parco avventura. Noi abbiamo valutato di scendere, a piedi questa volta, e di tornare al camper prima di pranzo.
Subito dopo pranzo siamo partiti per un’altra imperdibile meta.
Abbazia di Pannonhalma in camper
Questa meta dista circa due ore da Visegrad e avevamo i minuti contati perché l’abbazia chiude alle 17.
Lungo la strada che stavamo seguendo, abbiamo deciso di fermarci a fare la spesa e abbiamo notato un’enorme basilica che da lontano ci ha ricordato la Basilica di San Pietro.
Senza saperlo eravamo arrivati alla BASILICA DI ESZTERGOM, la chiesa più grande d’Ungheria che ha una cupola gigantesca.
Come anticipato, non avevamo molto tempo. Mi è dispiaciuto molto ma abbiamo deciso di non fermarci.
Dopo un susseguirsi di campi e di piccoli paesini, caratterizzati di minuscole chiesine dove la facciata e il campanile sono un’unica cosa (ricordando lo stile delle chiese slovene), compare una collinetta sulla quale si può avvistare, già da lontano, l’ABBAZIA DI PANNONHALMA.
Al centro visitatori, ai piedi della collina, c’è un ampio parcheggio dove si può lasciare anche il camper, anche se in spazi un po’ risicati.
Per salire all’abbazia si può seguire la strada (senza marciapiedi) oppure consiglio di entrare al centro visitatori, prendere l’ascensore che porta alla passerella sopraelevata, che conduce all’ingresso.
Qui abbiamo acquistato tre biglietti e tre audioguide per Euro 21,88.
Come racconto nel video “Budapest e Ungheria: consigli e impressioni di viaggio” che trovi all’inizio di questo articolo, l’Ungheria ha avuto un passato travagliato caratterizzato da guerre e povertà e quindi è stato difficile mantenere i monumenti intatti nel tempo.
Per la maggior parte degli edifici, sono intervenute ricostruzioni o ristrutturazioni importanti nel corso dei secoli e soprattutto dall’800 in poi.
Anche l’abbazia di Pannonhalma ha avuto questo destino, ma nonostante tutto penso sia uno dei luoghi sacri di maggior fascino che abbia mai visto. Faccio presente che si tratta del secondo monastero più grande al mondo dopo quello di Montecassino.
La Basilica è di una bellezza disarmante nella sua austerità ed eleganza e la Cripta è un vero e proprio gioiello di archi e di volte.
Seguendo l’itinerario dell’audioguida, abbiamo passeggiato lungo il Chiostro fino all’angolo dove è custodita la piccolissima ma bellissima Cappella di Santo Stefano.
Dal piazzale di fronte all’entrata della Basilica si può godere di un panorama magnifico sulle vallate circostanti, piene di tralci di vite, che sembra rimasto intatto dal medioevo a oggi.
Nell’abbazia producono ancora oggi vino e birra. In generale la birra ungherese ci è piaciuta più del vino e, di fianco all’abbazia, c’è un locale che è un misto fra un’enoteca e una pasticceria dove si possono comprare scatole di bottiglie da portare a casa.
Un altro luogo imperdibile dell’abbazia è la sontuosa Biblioteca, in stile neogotico, decorata con colonne di marmo e bellissimi affreschi, che custodisce un’infinità di testi antichi.
Ultima tappa è quella al Giardino Botanico e Arboreto del monastero per passeggiare in un grande parco che conserva moltissime specie di piante e di uccelli ed enormi distese di lavanda.
Sa-ra Termal Camping
Proseguiamo il viaggio e ormai siamo sempre più vicini al confine austriaco.
Arriviamo nel tardo pomeriggio, in un’ora di percorrenza, al Sa-ra Termal Camping.
Speravo di riuscire ad accontentare Sara almeno l’ultimo giorno: in Ungheria non abbiamo mai messo piede alle terme, pur essendo la patria delle terme.
Vuoi che il caldo non ci invogliasse ad avvicinarci ad altre fonti di calore, vuoi che io avevo avuto la polmonite poche settimane prima di partire, fatto sta che non ci siamo mai andati.
Avevo visto che questo camping disponeva di molte piscine termali all’aperto: la sera prima di cena erano già tutte chiuse.
Facendo un giro per il campeggio, ben tenuto, pulito e con tutti i servizi, abbiamo però capito che non è il luogo ideale per le famiglie: è un campeggio ideato per i pensionati austriaci che sono comodi a venire qui vista la vicinanza del confine.
Abbiamo quindi optato per non fermarci la mattina seguente a fare il bagno perché le piscine del campeggio sono perlopiù vasche curative senza molto spazio al divertimento.
Prezzo per una notte: Euro 48,92.
Ungheria in camper: Giorno 8
Palazzo Esterhazy in camper
La mattina abbiamo percorso 40 minuti in camper e siamo arrivati all’ultima tappa in terra ungherese: il PALAZZO ESTERHAZY a Fertod in Ungheria (c’è un castello omonimo anche in Austria).
Abbiamo lasciato il camper in un ampio parcheggio vicino alla biglietteria, la quale si trova di fronte alla cancellata del palazzo, sotto dei portici. Per tre biglietti abbiamo pagato Euro 26,02.
Avevo cercato informazioni su questo edificio e avevo letto che è definito la Versailles di Ungheria: consideriamo che anche questo palazzo come altri siti ungheresi è caduto in disgrazia per molti secoli e che è stato riportato allo splendore nella seconda metà del‘900 e che quindi il paragone con la cugina francese non può proprio reggere.
Il lavoro di ristrutturazione è stato magistrale su alcune sale del palazzo che permettono di immaginare lo sfarzo che regnava in questo luogo secoli fa. Quindi poche stanze ma di grandissimo valore.
Eravamo esausti dal caldo sempre più afoso. Abbiamo abbandonato l’idea di fare un giro a piedi nei giardini e siamo ripartiti, questa volta diretti verso casa.
C’è ancora una tappa che abbiamo fatto prima di rientrare definitivamente, ma te la racconto nell’articolo del nostro viaggio estivo tra Croazia, Ungheria e Austria cliccando qui (in arrivo).
Ungheria con i bambini
Non sono riuscita ad accontentare Sara portandola alle terme. E questa cosa me l’ha fatta pesare per molto tempo. In effetti, se si è in Ungheria con i bambini l’ingresso ai centri termali è una tappa quasi obbligata.
Probabilmente non è l’itinerario più child friendly che abbia mai organizzato. Ci sono mete con molte più attrattive per i bambini, musei dedicati, parchi giochi o parchi divertimenti.
Non c’è stato nulla di tutto questo. È stato un itinerario diverso dal solito alla scoperta di una terra un po’ diversa dal nostro concetto di Europa.
Occidentale, forse anche troppo occidentale, Budapest e la capitale sì che sa come intrattenere i bambini.
Rurale, poco turistico e più intimo il resto dell’Ungheria: questo però non vuol dire che ci abbia coinvolto di meno e anche Sara è rimasta affascinata da questi paesaggi e paesi inconsueti.
Per la prima volta siamo entrati in una camera oscura e abbiamo osservato una città dall’alto, Holloko ci ha riportato indietro di un paio di secoli nel tempo, le biblioteche con volumi antichi ci hanno affascinato e incuriosito.
Abbiamo riscoperto una natura ancora quasi incontaminata e dominata dalla imponente presenza del Danubio.
Abbiamo conosciuto una “periferia” del nostro continente dove le persone non sanno ancora parlare inglese e sono ancora legate ad una lingua difficile ma di cui vanno molto fieri.
Questa lingua magiara complicatissima rappresenta la loro bandiera di indipendenza, per cui hanno sempre lottato e che hanno ottenuto con grande fatica e sacrifici.
Un po’ per tutte queste ragioni questo viaggio è stato intenso, a volte ci ha anche parzialmente deluso. È stato un viaggio “complicato” per la difficoltà della moneta e della lingua e per la difficoltà di trovare informazioni turistiche.
Ma se penso all’Ungheria con i bambini mi viene da pensare a come Sara abbia gelosamente conservato un piccolo vocabolario di ungherese/italiano che ogni tanto riprende in mano e, orgogliosa, ripete le poche parole che siamo riusciti ad imparare della lingua magiara.
Dopotutto viaggiare è questo: entrare in punta di piedi in un nuovo paese, cercare di capire la sua storia, le sue sofferenze, le sue lotte e vivere (anche se per poco tempo) la sua vera anima ed essenza.
Ungheria in camper: Altri spunti di viaggio
Visitare un intero stato estero in una settimana è un’impresa impossibile, per quanto questo paese possa essere “piccolo”.
Avrei voluto aggiungere altre tappe, ma i giorni a diposizione e il caldo intenso non ce l’hanno consentito.
Ecco altre tappe che mi ero segnata e che mi sarebbe piaciuto aggiungere al nostro itinerario:
- Lago Balaton: la meta turistica preferita degli ungheresi. Tante località di villeggiatura, tante attività da fare all’aperto, tanti porti affacciati sul lago e una lunghissima pista ciclabile da percorrere in tranquillità
- Terme di Heviz: il più grande lago termale d’Europa
- Pecs: una città a sud di Budapest ricca di musei, negozi di artigianato e quartieri culturali
- Debrecen e la Grande Pianura: la puszta (zona desolata) abitata dai mandriani e dai loro allevamenti di cavalli, tra giri in carrozza per le praterie e spettacoli equestri. La regione ungherese dove si può entrare in contatto con la natura selvaggia. Attenzione però: è anche la regione più calda in estate (per noi era già quasi insopportabile il clima nelle città, e in pianura sarebbe stato peggio)
- Szentendre: una città a pochi chilometri da Budapest, la città degli artisti e delle gallerie d’arte.
Dove alloggiare se non hai un camper
Questo itinerario in Ungheria di una settimana è perfetto anche per un viaggio on the road se non hai un camper.
Puoi decidere di arrivare in aereo e noleggiare un’auto o di arrivare direttamente in macchina.
Puoi seguire tutte le tappe del nostro diario di viaggio anche alloggiando in alberghi o altre strutture.
Ti do alcuni consigli su dove alloggiare (link di affiliazione):
- A Holloko: soggiorna in una casetta bianca tipica del “museo diffuso” al Karavan Guest House
- A Eger: soggiorna in una delle vie più eleganti del centro al Centrum Vendeghaz
- A Visegrad: nella stessa struttura del camping c’è un albergo con piscina e spa, l’Hotel Honti Wellenss
- A Fertod: a 10 minuti a piedi dal Palazzo Esterhazy, l’Hotel Patonai
Sono arrivata alla conclusione di questo diario di viaggio dell’Ungheria in camper. Come sempre, ho cercato di essere il più dettagliata possibile, raccontandoti tutto quello che c’è da sapere per organizzare il tuo viaggio itinerante.
Se hai domande o curiosità, non esitare a scrivermi nei commenti: sarò felice di risponderti!
Attenzione:
Tutte le informazioni inserite nell’articolo vanno verificate prima di pianificare il proprio itinerario: costi, orari e riferimenti vari potrebbero variare nel tempo. Nussuna responsabilità può essere imputata al blog “Il mio primo camper” per informazioni inesatte o variate. – Per avere un quadro completo della nostra vacanza, ti consiglio di leggere tutti gli articoli e di guardare tutti i video per avere una guida compelta sull’Ungheria in camper.
Bambini:
Vai al paragrafo Ungheria con i bambini per leggere le mie riflessioni.
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